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-Mamma,posso vedere gli Elfi?
-Certo che puoi vederli,cara, quando vuoi...basta che ti inoltri nei boschi...
-Ma...io ci sono stata nei boschi, e non li ho mai visti!
-E allora ascoltami...entra nei boschi con la fantasia, e non dimenticarti il rispetto...Cancella dal tuo cuore la cattiveria, l'arroganza e la supponenza...e non solo potrai vederli, ma anche ascoltarli!
              

Il mito di Pan

dio panPan si dice figlio di Ermes (Mercurio latino) e della ninfa Penelope, per la quale il dio assunse l'aspetto di uomo e divenne pastore presso i possedimenti di un ricco mortale dell'Arcadia. Dal loro amore nacque il dio Pan. Subito dopo la sua nascita, alla vista del figlio, la madre rimase terrorizzata: il suo aspetto era talmente brutto ed animalesco che decise di abbandonarlo al suo destino. Egli aveva infatti il corpo coperto di ruvido pelo, una bocca da cui fuoriusciva una serie di zanne ingiallite, il mento coperto da un'ispida barba, due corna che si dipartivano dalla fronte ed al posto dei piedi due zoccoli caprini. Ermes allora lo portò con se nell'Olimpo, al cospetto degli altri dei. Pan fu accolto con benevolenza, specialmente da Dioniso che lo accolse nel suo seguito. Contrariamente al suo aspetto, il dio Pan era gioviale e rallegrava con la sua presenza tutti gli dei. Crescendo divenne uno dei compagni prediletti di Dioniso e lo seguiva nelle sue scorribande attraverso le selve.
Un giorno Pan vide la bella ninfa Siringa, figlia della divinità fluviale Ladone, e se ne innamorò. La fanciulla però,come lo vide, fuggì terrorizzata fino a pregare il padre di mutarle l'aspetto, in modo che Pan non la riconoscesse. Ladone, impietosito dalle preghiera della figlia, la trasformò in una canna. Pan invano cercò di distinguere la fanciulla fra i diversi giunchi; alla fine ne recise uno, lo tagliò in tanti pezzi di lunghezza diversa e li legò assieme con dello spago. Fabbricò così uno strumento musicale che si chiamò "siringa", dal nome della sventurata fanciulla.
Da allora Pan tornò a vagare nei boschi, correndo e danzando con le ninfe, e a spaventare i viandanti che attraversavano le selve. Al dio infatti si attribuivano i rumori di origine inesplicabile che si sentivano la notte e dalla paura che esso causava deriva il detto "timor panico".

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