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-Mamma,posso vedere gli Elfi?
-Certo che puoi vederli,cara, quando vuoi...basta che ti inoltri nei boschi...
-Ma...io ci sono stata nei boschi, e non li ho mai visti!
-E allora ascoltami...entra nei boschi con la fantasia, e non dimenticarti il rispetto...Cancella dal tuo cuore la cattiveria, l'arroganza e la supponenza...e non solo potrai vederli, ma anche ascoltarli!
              

Gimmy e la pentola magica

Il povero Gimmy non riusciva più a mandare avanti la casa e la famiglia, anche se era un gran lavoratore, perché la sua terra non dava che sassi! Un giorno, amareggiato dalla sua triste situazione, andò a fare una passeggiata per il bosco e mentre stava per appisolarsi sotto un albero, sentì sotto di lui un rumore costante. Cercò bene e alla fine trovò in una fessura un folletto che confezionava scarpe per le fate. Si lamentava di continuo perchè a causa del duro lavoro non aveva più le forze per andare a riprendersi il suo tesoro in cima al monte Alligin. Gimmy lo salutò e si propose di andare lui a prenderlo; il folletto gli diede tutte le indicazioni: doveva salire sino in cima, cercare un salice, sotto di esso avrebbe trovato una pietra nera che seppelliva la sua pentola piena d'oro, ma attenzione! Doveva prendere solo le monete che stavano nel suo cappello e nulla più! Al ritorno avrebbero spartito e per ogni tre monete riportate, Gimmy ne avrebbe avuta una. Il giovane pur affaticato arrivò al punto stabilito, trovò la pentola d'oro e per un attimo pensò di prendere tutto ma non era un avido e così seguì le parole del folletto. Al ritorno ci fu la spartizione e quando il giovane tornò a casa si accorse che il piccolo calzolaio era stato ancor più generoso, aveva diviso il tesoro a metà. Grazie a quei soldi, l'attività di Gimmy finalmente fiorì e la sua famiglia poté vivere decorosamente. Ciò cominciò a fare invidia a tanti, soprattutto al suo vicino, che tanto fece e tanto disse che alla fine riuscì a farsi raccontare tutto e non perse nemmeno un attimo per andare pure lui in cerca della pentola piena d'oro. Ma lui non aveva l'onestà di Gimmy e così riempì sacchi e ogni suo indumento dell'oro della pentola. Mentre rientrava a casa attraverso il sentiero del bosco, traballante per il peso delle ricchezze rubate, sentì una voce che lo rimproverava e il suo errore fu di non darle retta: quella voce era del folletto-calzolaio che, per punirlo della sua avidità, aprì una crepa nel terreno, risucchiando tutto l'oro preso dall'uomo, sino all'ultima moneta.

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