Era una fredda notte d'inverno. Il vento scuoteva un po' le tende, quanto bastava per vedere... Erin se ne stava al calduccio, sotto le coperte, abbracciata al suo inseparabile orsacchiotto. Qualcuno guardava da là fuori, forse appeso alla finestra... Erin si sentiva osservata, nell'oscurità della sua stanza; percepiva piccoli passi avvicinarsi furtivamente al suo letto. Erin tremava...adesso il fievole calpestio era cessato...sentiva solo il battito impazzito del suo cuoricino rimbombare nel silenzio cupo della stanza....poi ancora quell'angosciante sensazione di essere osservata nell'oscurità, stavolta da più vicino. "Chi sei?", gridò d'un tratto, con fiato strozzato, ma non udi' risposte nè rumori in quel silenzio agghiacciante. Si fece coraggio e affacciò la sua testolina dalle coperte: un piccolo volto deforme la stava fissando! I suoi occhi rilucevano come rubini nella notte e sulla spalla portava un piccolo sacco. Nonostante il primo spaventoso impatto, la bimba avverti' una certa dolcezza in quel bizzarro essere. "Cosa porti in quella sacca?", chiese, e il folletto rispose: "Qui' ho i tuoi sogni". Erin era piccola e non sapeva cosa dire. La stordiva anche il suo strano odore, quasi silvestre. Attese un attimo di troppo e lui se ne andò, sgaiattolando giù per la finestra. Erin passò sveglia tante notti, fissando quelle tende, invano; intanto cresceva e un giorno smise di aspettare il suo folletto. Divenne adulta e poi vecchia. Erin aveva la sensazione di aver rimosso qualcosa che sapeva ,qualcosa del suo lontano passato; pensava spesso a quanti sogni aveva riposto nel cassetto, senza neanche lottare per essi. "Credo ormai sia troppo tardi", si ripeteva, mentre un barlume di ricordo tornava nella sua mente e l'assillava. Era una fredda notte d'inverno. Il vento scuoteva un po' le tende, quanto bastava per vedere... "Sogni...", pensava la vecchia Erin, mentre il suo sguardo si tratteneva ancora, vago e malinconico, su quella muta finestra.
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