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-Mamma,posso vedere gli Elfi?
-Certo che puoi vederli,cara, quando vuoi...basta che ti inoltri nei boschi...
-Ma...io ci sono stata nei boschi, e non li ho mai visti!
-E allora ascoltami...entra nei boschi con la fantasia, e non dimenticarti il rispetto...Cancella dal tuo cuore la cattiveria, l'arroganza e la supponenza...e non solo potrai vederli, ma anche ascoltarli!
              

La ballata di Tommaso il rimatore

tommaso il rimatoreIl buon Tommaso giaceva sulla riva e scorse una dama che, svelta e fiera, veniva cavalcando sul prato erboso. La sua gonna era di seta verde erba, il suo mantello di fine velluto; a ogni ricciolo della criniera del cavallo pendevano 59 campanelli d'argento. Il buon Tommaso si tolse il cappello e si piegò sulle ginocchia: «Salute a te, che devi essere Regina del Cielo! Che simile a te in terra mai ho visto nessuno!». «Oh no, no, mio buon Tommaso», disse lei. «Quel nome non mi spetta; io sono solo la regina della bella Elfilandia, e sono qui venuta a farti visita. Ma adesso devi venire con me, Tommaso, mio buon Tommaso, con me devi venire perché devi servirmi sette anni, nel bene e nel male, come fortuna vuole». Lei voltò il suo destriero bianco latte, prese in groppa dietro a sè Tommaso, e al tocco delle briglie il suo destriero volò più rapido del vento. Per quaranta giorni e quaranta notti sguazzarono in sangue rosso fino al ginocchio; e non videro sole nè luna, ma udirono il fragore del mare. E corsero e corsero, finché giunsero a un verde giardino. «Scendi laggiù, scendi laggiù, bella signora, lascia che colga per te quei frutti.» «Oh no, no, mio buon Tommaso», disse lei, «Quel frutto non dev'essere da te toccato, che tutte le calamità dell' Inferno stanno nei frutti di questo paese. Ma io ho una pagnotta qui in grembo e una bottiglia di vino chiaretto; e adesso, passati che saremo, ci riposeremo e potremo pranzare.» Quando lui ebbe mangiato e bevuto a sazietà, disse la dama: «Adesso saliremo su quel colle! Metti il tuo capo sulle mie ginocchia e io ti mostrerò tre meraviglie. Non vedi forse quella stretta strada, tra fitte spine e densi rovi? Quello è il sentiero della rettitudine, quello cercato però da ben pochi. E vedi quell' ampia strada che corre dritta tra prati gigliati? Quello è il sentiero del male, benché qualcuno lo chiami via del Cielo. E vedi quella strada così bella che si snoda tra i felceti? Quella è la strada della bella Elfilandia, dove tu e io andremo questa notte. Ma, Tommaso, devi stare zitto! Qualsiasi cosa tu oda o tu veda, che, se una parola di bocca ti sfuggisse, mai faresti ritorno al tuo paese». Tommaso ebbe vesti di bella stoffa e scarpe di velluto verde; e benché sette anni siano ormai passati, il buon Tommaso in terra ancor non s'è visto.

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